ASSOLIDI CHIEDE CON URGENZA UN PROGRAMMA PER LA MANUTENZIONE DEGLI ALBERI DI PINO PRESENTI LUNGO LE VIE DEL LIDO
Lunedì 23 Giugno il Lido di tarquinia è stato battuto da un forte vento di ponente, fenomeno metereologico che spesso si ripete sul nostro litorale.
Intorno alle ore 14,40, in via Regas un grosso ramo si è spezzato dal tronco di un pino che si trova all'altezza del civico 32 andando ad impattare sulla ringhiera posta accanto al cancello d'ingresso e su una motocicletta parcheggiata accanto al marciapiede.
Dopo pochi minuti, mentre il proprietario della motocicletta ed I suoi familiari stavano osservando quanto era successo, un secondo ramo cadeva dallo stesso albero sfiorando una delle persone presenti; poco dopo intervenivano I Vigili del Fuoco della sede di Tarquinia e un'agente della Polizia locale che provvedevano alla rimozione dei rami caduti. I residenti presenti sul posto facevano presente all'agente della Polizia locale che altri rami penzolavano pericolosamente da diversi alberi della via esponendo I passanti ed anche i proprietari delle abitazioni che si trovano sotto la loro verticale al grave rischio di essere colpiti dalla loro probabile caduta. Dopo una consultazione via radio veniva data autorizzazione al taglio di alcuni rami, nel frattempo un settore di via Regas veniva chiuso temporaneamente al traffico. Il lavoro di taglio veniva eseguito velocemente dal giardiniere Roberto Velardo per mezzo di una piattaforma elevabile e la via riaperta al traffico.
Mentre erano in corso le operazioni di taglio, gli stessi residenti facevano presente che lungo la via Regas sono facilmente visibili altri rami “penzolanti” e che tali situazioni sono in essere anche lungo altre vie del Lido, in particolare veniva fatto riferimento al ramo spezzato che incombe nell'area attrezzata con panchine che si trova all'angolo tra via Mediterraneo e viale del Porto Clementino.
Dopo una rapida consultazione tra Polizia locale, Vigili del Fuoco ed il giardiniere Velardo, i presenti venivano informati che la mattina del giorno successivo dei tecnici del Comune avrebbero effettuato un sopralluogo per verificare le condizioni di rischio costituite dai rami pericolanti per poi provvedere al loro taglio. Si precisa che le piante di pino che si trovano nella zona di viale del Porto Clementino sono alte circa quindici-venti metri e la caduta anche di un frammento di piccole dimensioni può assumere una notevole pericolosità.
Per segnalare ulteriormente lo stato di rischio rappresentato dai rami di pino spezzati o comunque in stato di precaria stabilità, la sera del medesimo giorno ASSOLIDI ha inviato in Comune specifica comunicazione via PEC.
Il giorno dopo, cioè ieri 24 Luglio, due residenti di via Regas hanno atteso l'annunciato intervento dei tecnici; purtroppo l'attesa di queste persone è stata lunga e vana, nessuno è stato visto eseguire il sopralluogo annunciato, insomma si è trattato di un altro annuncio senza seguito....
La caduta del ramo difronte al civico 32 di via Regas non ha causato danni alle persone soltanto per fortunate circostanze ma poteva potenzialmente sortire effetti drammatici a danno delle persone presenti.
Anche nel recente passato, il Comune è stato chiamato a risarcire danni alle auto in sosta determinati dalla caduta di rami e/o pigne, i risarcimenti sono stati coperti dalle polizze assicurative che il Comune ha stipulato per la responsabilità civile e le persone danneggiate hanno avuto, prima o poi, avuto risarciti I danni da loro subiti.
Se i danni potessero limitarsi alle sole cose, la assicurazione potrebbe essere una soluzione, certamente rozza e sbrigativa, ma in fondo derimente della questione, ma dinanzi alla possibilità che rami e/o pigne possano arrecare danni alle persone deve essere intrapresa una efficace strategia di prevenzione dei possibili rischi.
La nostra Amministrazione ha attivato un programma per la cura e la manutenzione degli alberi di pino che si trovano ai lati delle pubbliche vie ?
Secondo un luogo comune, nel Bel Paese quasi sempre deve accadere qualcosa di drammatico per prendere provvedimenti che superino determinate criticità; noi auspichiamo con fiducia che la caduta dei rami possa essere stato un utile campanello d'allarme, e che non si frappongano ritardi nella adozione di adeguate misure di prevenzione.
A proposito di ritardi: quanto dovremo attendere per il più volte annunciato divieto di sosta lungo via della Salara ?? E' per il caos di via delle Carene e vie limitrofe ??
IL DIRETTIVO ASSOLIDI
L'ultimo tratto di via della Salara, in direzione Oasi delle Saline, viene percorso giornalmente da un notevolissimo flusso veicolare in andata ed in ritorno dalle spiagge ma anche dalla strada del "Mandrione delle Saline" che collega il Lido, anche se a scartamento ridotto, con la strada Litoranea e quindi con Civitavecchia e l''autostrada "Azzurra".
Il tratto di strada in questione, come noto , durante il giorno è percorso senza soluzione di continuità da numerose persone tra cui, naturalmente, molti bambini, che procedono in bicicletta oppure a piedi.
Come noto la strada è dotata di banchina soltanto sul lato a Nord, quello che confina con la pineta AVAD e con l'area del Liceo Scientifico; mentre il proseguimento della strada che prende il nome di via Filippo Giorgi, ne è quasi totalmente priva sui due lati.
Non è compito difficile dimostrare che la sosta delle automobili sulla banchina limitrofa al muro di recinzione AVAD-Liceo Scientifico rappresenta un pericolo, soprattutto per i pedoni, ma anche per le persone che sono in bicicletta, costretti a procedere sulla carreggiata percorsa dalle automobili nelle due direzioni di marcia, con grave rischio d'investimento.
Per ovviare a tale situazione di rischio che aumenta, naturalmente, durante l'estate, Assolidi chiese alla Amministrazione l'adozione di un semplice provvedimento di divieto di sosta lungo la banchina utile almeno a garantire ai pedoni lo spazio sufficiente per poter camminare senza essere costretti a procedere lungo la carreggiata stradale.
Durante la scorsa primavera, la Amministrazione annunciò una serie di iniziative volte al rilancio del litorale, tra cui la regolamentazione del traffico che prevedeva anche la posa del divieto di sosta nel tratto di strada in questione; per la precisione gli annunci furono dati nel corso degli incontri avuti con Assolidi il 3 Marzo, 14 Aprile e !6 Giugno del corrente anno.
Tutto risolto ? No ! La prima foto è stata scattata nel pomeriggio di Domenica 8 Luglio...... che dimostra in modo inequivocabile la situazione di fatto su quel tratto di strada, la seconda, in fondo all'articolo, nei giorni precedenti e mostra lo stato di rischio esistente a cui sono esposti i pedoni.
Ci chiediamo : quando il Sindaco porrà in essere questo semplice e, più volte, annunciato provvedimento a tutela della pubblica incolumità ?
Ci chiediamo . altresì, i motivi dei tanti ritardi nella attuazione anche di semplici provvedimenti a tutela della salute dei cittadini e del decoro dell'abitato promessi ed annunciati ma ancora non realizzati. Chi volesse documentarsi in proposito può leggere, sul sito sociale Assolidi (www.assoliditarquinia.it) gli articoli : " Assolidi incontra la Amministrazione comunale : ottime novità all'orizzonte !" del 3 Marzo u.s.; "Finalmente notizie a "colori" per il Lido di Tarquinia" del 14 Aprile u.s. e l'ultimo relativo all'incontro dello scorso 16 Giugno "La (lenta) ripresa del cammino del litorale tarquiniese" ; negli articoli citati sono illustrati nel dettaglio gli argomenti trattati nel corso degli incontri ed, in particolare le tematiche per le quali Assolidi ha sollecitato l'interesse e la presa in carico da parte degli esponenti politici locali, di attuale maggioranza e d'opposizione.
No, non stiamo proponendo una versione in chiave locale del celebre romanzo di Carlo Emilio Gadda, ma ci è sembrato molto appropriato utilizzare, con tono ironico, l'incipit di quella opera letteraria per aprire l'esposizione sulla assurda quanto grave situazione che grava su quella parte del Lido, che comprende, oltre a via delle Carene anche parte di via delle Vele e via dei Vascelli.
La situazione assurda a cui ci riferiamo è data dagli allagamenti che regolarmente interessano quella parte dell'abitato del Lido ogni volta che il cielo riversa sul litorale pioggia in quantità maggiori del normale.
Il fenomeno è determinato dal profilo altimetrico di quella zona, inferiore rispetto alle circostanti, la cui conformazione ha avuto origine in tempi molto remoti quando la linea di costa assunse la configurazione attuale; a tale proposito consigliamo la lettura del volume “Gli antichi porti di Tarquinia” scritto da Benvenuto Frau e pubblicato nel 1982 dal Gruppo Archeologico Romano.
Nel libro vengono esposti i risultati degli approfonditi studi e di indagini anche subacquee condotti da Frau e dai suoi collaboratori sul nostro litorale ed in particolare nella zona dell'attuale Molo Clementino e della foce del fiume Marta dove nella antichità erano ubicati due porti di notevole importanza. Tra i documenti di grande interesse analizzati da Frau e collaboratori nel corso delle loro ricerche, spicca una foto aerea scattata durante il secondo conflitto mondiale dalla RAF; la inquadratura comprende la fascia costiera tra le vasche delle saline e la foce del fiume Marta; all'epoca tutta la zona non era urbanizzata ad eccezione di pochi fabbricati, e per questo motivo la immagine consente l'analisi delle tracce sul terreno, determinate da preesistenze di costruzioni, ma anche delle caratteristiche del terreno e degli avvallamenti di un certo rilievo.
La zona di via delle Carene era, all'evidenza, occupata da una “maremma” cioè uno di quei piccoli specchi di acqua salmastra che, favoriti dal profilo altimetrico, venivano a formarsi dietro le dune della spiaggia sul litorale tirrenico compreso tra Civitavecchia e Cecina; la zona geografica che oggi, appunto, viene chiamata Maremma.
Da rilevare che le “maremme” furono le prime “saline” della storia, infatti le acque salmastre evaporando nella stagione estiva formavano uno strato di sale … questa cosa non sfuggì all'attenzione dei nostri avi che , imitando la Natura, iniziarono a creare quei laghi artificiali che oggi chiamiamo “saline” e dal quale iniziarono a ricavare il sale indispensabile per una serie di utilizzi e così prezioso che i soldati delle legioni romane venivano pagati anche col sale, di qui il termine “salario”.
Fatta questa premessa ritorniamo alla nostra attualità; la zona della ex maremma di via delle Carene è ormai urbanizzata completamente e la sua conformazione a “conca”, non valutata al momento della lottizzazione, ha lasciato in “eredità” la grave questione degli allagamenti con tutti i rischi che comportano per le abitazioni e soprattutto per coloro che abitano in quella zona.
Quali possono essere i rimedi ? Esclusa, ovviamente, la possibilità di procedere a lavori di innalzamento della quota altimetrica di quella porzione di abitato, per limitare i rischi di allagamento rimane il potenziamento di un efficiente sistema di caditoie utile per raccogliere le acque meteoriche e condottarle nella fognatura.
Il sistema di convogliamento delle piogge cadute sulle strade altimetricamente più elevate non sarebbe, comunque, del tutto sufficiente, perché rimarrebbe il problema dell'apporto , per così dire, eccezionale di viale dei Tritoni sul quale giungono le acque meteoriche raccolte dalle cunette dell'ultimo tratto della s.p. n° 44 “Porto Clementino”.
E' incredibile come a generazioni di amministratori comunali sia sfuggita tale grottesca situazione; ci chiediamo come fu possibile che al momento della approvazione della lottizzazione di quella parte del Lido nessuno valutò gli effetti del “taglio” della canaletta... In quella fase si poteva imporre ai soggetti richiedenti la adozione di soluzioni che garantissero l'originario deflusso delle acque. Oggi ripristinare correttamente la idraulica della zona è impresa molto più complessa dato lo sviluppo urbanistico del Lido avvenuto negli anni,, ma è una questione che i nostri Amministratori devono affrontare e risolvere.
Nella attesa della soluzione dei problemi determinati dalla attuale araffazzonata idraulica stradale della s.p. 44, per depotenziare in tempi brevi la funzione di canale scolmatore che, di fatto, viene svolta dal viale dei Tritoni, la soluzione più rapida e tecnicamente più semplice può attuarsi con un adeguato incremento delle caditoie da realizzare in punti strategicamente efficaci, utili a trattenere i volumi di acque acque meteoriche che scorrono fino a viale dei Navigatori e, naturalmente, in parte, giungono nella zona delle vie delle Carene, delle Vele e dei Vascelli.
Le acque meteoriche provenienti dalla strada provinciale, dopo il loro passaggio lasciano sulla sede stradale un sottile strato di fango oltre a frammenti di materiali vari, soprattutto vegetali, raccolti durante il loro fluire. Fango e detriti, oltre a sporcare le strade, vanno ad intasare le caditoie al punto da comprometterne la funzionalità e, quindi, aumentare il rischio d'allagamento. Attualmente molte caditoie sono intasate e prive di funzionalità; Assolidi, sta procedendo ad un loro censimento utile a segnalare al competente Ufficio dove occorrono interventi di ripristino soprattutto in vista della stagione autunnale. Naturalmente per garantire la funzionalità del sistema di raccolta delle acque piovane non bastano interventi estemporanei ma occorre un puntuale programma di pulizia e manutenzione. viale dei Tritoni allagato
In attesa di auspicabili positivi sviluppi futuri, la zona intorno a via delle Carene, rimane a forte rischio allagamento ed è improcrastinabile un piano di salvaguardia immediato strutturato e tecnicamente valido che tuteli la sicurezza degli abitanti ed il decoro dei luoghi, iniziando da subito con la manutenzione straordinaria delle caditoie esistenti con la contemporanea verifica della piena funzionalità delle condotte fognarie a cui sono collegate.
Per il momento i residenti ed i proprietari degli immobili della zona, avendo avuto la poco piacevole esperienza di allagamenti nel corso dei quali la quota dell'acqua è salita fino a quasi 50 cm, si sono organizzati autonomamante con la installazione, nelleloro abitazioni, di barriere antiallagamento come una sorta di “mose” veneziano in versione cornetana anzi “graviscana” visto che il Lido di Tarquinia non è altro che la versione moderna della antica città di Gravisca.
Tanto per arricchire il già grande “Pasticciaccio”, la zona in questione, nelle giornate festive, prefestive e nel periodo estivo di maggiore afflusso turistico viene costantemente intasata dal parcheggio selvaggio di auto che determina difficoltà del traffico veicolare e grandi disagi ai residenti.
Ma…. quest’anno non avrebbe dovuto essere istituito il divieto di sosta nelle prime due vie parallele al lungomare ??
Torneremo ancora sul “Pasticciaccio brutto de via delle Carene” ma anche su situazioni simili che riguardano altre zone del nostro Lido con la speranza di commentare la avvenuta attivazione del programma di manutenzione delle caditoie che scongiuri il prossimo rischio di allagamento.
Nel primo pomeriggio di oggi sabato 7 Luglio, un grande esemplare di tartaruga marina è stata recuperata morta nelle acque antistanti la spiaggia nord del Lido di Tarquinia. L'animale è stato portato a riva.
Al momento non si conoscono le cause della morte dell'animale ma tornano in mente le parole di Simona, la biologa marina di Clean Sea Life che, esattamente una settimana illustrava ai convenuti alla cena conviviale organizzata da Assolidi, i rischi per la fauna marina determinati dalla dispersione in mare di rifiuti di plastica; in particolare le tartarughe marine sono particolarmente esposte a questo rischio in quanto si cibano di meduse e, le buste/fogli di plastica che fluttuano nel mare, vengono scambiati, appunto, per meduse e vengono da queste mangiati determinando la morte dell'animale.